Gita con le ciaspole alla scoperta della Valsessera
Segnavia:
Percorso 4
Località di partenza:
Bocchetto di Sessera
Località di arrivo:
Bocchetto di Sessera
Quota di partenza:
1373 m
Quota di arrivo:
1373 m
Durata:
2 ore 30 minuti per l’intero itinerario
Dislivello:
350 m
Tipo di escursione:
Racchette da neve
Difficoltà racchette:
Medi racchettatori
Esposizione prevalente:
Nord
Scopri la Valsessera, con i suoi alpeggi, torrenti e boschi innevati
Accesso e parcheggio
Da Rosazza o da Trivero (Valdilana), attraverso la strada panoramica Zegna, si raggiunge il Bocchetto Sessera, dove si posteggia negli ampi parcheggi a disposizione. Qui si trova anche il punto noleggio ciaspole dell'Associazione Amici del Fondo.
Percorso
La partenza del percorso è nelle vicinanze, proprio al di là del colle (Bocchetto) che ci mostra da subito una parte dell’Alta Valsessera, fino alle cime che la dividono dalla Valsesia.
Si prende il sentiero in discesa verso la Piana del Ponte e l’omonimo rifugio che si raggiunge attraversando, sempre in discesa, una boscaglia a tratti fitta di conifere e poi faggeta, fino all’omonimo ponte sul torrente Sessera.
Dopo il rifugio in sentiero risale il corso del torrente in leggera salita, prima su una larga pista sterrata che si abbandona nei pressi di un tornante, quindi lungo un sentiero che, allargandosi e stringendosi all’interno del bosco di faggi, conduce nei pressi del sito archeominerario di Rondolere e poi alla Casa del Pescatore, riattraversando il Sessera su di un ampio ponte. Da qui si risale sull’ampia carrareccia fino al Bocchetto Sessera, spaziando con lo sguardo verso valle ed il torrente o verso monte, sui crinali e la faggeta.
Il percorso è abbastanza lungo e nella prima parte, fino al rifugio Piana del Ponte, praticamente in sola discesa, per poi variare nella seconda parte e prendere dapprima una lieve pendenza e poi più accentuata, ma sempre facilmente camminabile e rientrare ad anello dopo 7,5 km al Bocchetto Sessera ed alle auto.
Verificare le condizioni di innevamento e considerare che la montagna invernale, in tutte le sue forme, è un terreno potenzialmente difficile e pericoloso. È richiesta un’adeguata esperienza, formazione e preparazione.