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Museo del territorio Biellese

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Il Museo del Territorio Biellese ha sede nell'ex Convento di San Sebastiano ed è stato inaugurato nel dicembre 2001. Ospita le collezioni civiche che, a partire dalla seconda metà dell'Ottocento, in piena epoca post unitaria, sotto la guida di personaggi illustri come Quintino Sella e Alessandro Roccavilla, sono andate arricchendosi fino ai giorni nostri, attraverso reperti provenienti dal territorio, donazioni, lasciti e depositi. L'eterogeneo patrimonio museale ha permesso di articolare il percorso di visita attraverso le sezioni Paleontologica, Archeologica, Egizia e Storico-Artistica.

Il percorso di visita segue un naturale sviluppo cronologico. Il primo nucleo espositivo, costituito dalla sezione Paleontologica, consente di raccontare del mare biellese di 3 milioni di anni fa. Fossili di denti di squalo e il disco intervertebrale di una balena delineano i tratti di un mare abbastanza profondo e plausibilmente caldo. Dalle collezioni paleontologiche si passa alla sala " Muoversi sull'acqua" che ospita, tra gli altri, la piroga monossile proveniente dal lago di Bertignano, eccezionale manufatto realizzato in età romana, in legno di castagno, recuperato nel lago nel 1912.

Alle spalle di questi percorsi troviamo il grande salone che accoglie gran parte delle collezioni archeologiche, vestigia della storia dell'uomo nel biellese, le cui prime attestazioni si collocano intorno ai 110.000 anni fa. Dai reperti facenti capo all'uomo di Neanderthal si passa a quelli relativi all'occupazione della Burcina di Pollone, abitato prima, area sepolcrale poi, fino a giungere ai reperti che narrano dello sfruttamento delle aurifodinae della Bessa, oltre alle due necropoli romane di Cerrione e di Via Cavour a Biella.

Dal salone si dipartono due sale: quella della montagna, che ospita ritrovamenti sporadici in contesti di altura, e la sala che custodisce reperti medievali, tra cui quelli legati allo scontro tra Frà Dolcino e la chiesa ufficiale.

Incastonati come gioielli all'interno delle collezioni storico artistiche troviamo due nuclei collezionistici frutto di donazioni da parte di generosi e facoltosi biellesi: da una parte la sala "Culture precolombiane" che ospita reperti ceramici, litici e tessuti donati dal biellese Ugo Canepa, dall'altra la sezione egizia il cui nucleo fondante venne donato alla città di Biella da Corradino Sella, e implementate poi grazie all'apporto dell'egittologo biellese Ernesto Schiapparelli, tra cui un sarcofago antropoide che custodisce la mummia della Taaset.

Il percorso di visita prosegue con la Sezione Storico-Artistica. A partire dalle testimonianze pittoriche del XII secolo, è possibile seguire l'evoluzione della cultura figurativa e del gusto collezionistico locale: opere cinquecentesche provenienti dalle più illustri botteghe vercellesi, lasciano il posto a dipinti Sei Settecenteschi, con opere di scuola lombarda, ligure e veneta.

Le collezioni di Ottocento e Novecento, giunte nel dopoguerra grazie a donazioni private, permettono di presentare la pittura piemontese di paesaggio con notevoli dipinti di Antonio Fontanesi, Marco Calderini, Giovanni Giani e Giovanni Piumati e inserire in un contesto culturale artistico più ampio la produzione di Lorenzo Delleani, nativo di Pollone e tra i maggiori esponenti della pittura di paesaggio della sua epoca.

Il percorso espositivo prosegue con in capolavoro divisionista di Emilio Longoni, Riflessioni di un affamato e opere di Giuseppe Pellizza da Volpedo, Carlo Carrà, Cesare Maggi e Felice Carena, a testimonianza delle numerosi collezioni private presenti sul territorio a partire dal secondo dopoguerra e termina con prestigiose opere dei maggiori esponenti delle Avanguardie storiche della prima metà del Novecento, come Renè Magritte, Paul Klee, Max Ernst, Marc Chagall, Joan Mirò e dei connazionali Giacomo Balla e Lucio Fontana.

 

Località: Biella (Biella e Valle Oropa)

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